martedì 27 gennaio 2009

CORSO AVANZATO DI POSTUROLOGIA PEDIATRICA


C. Sherrington nel 1940 affermava che ".nella stazione eretta l'elemento fondamentale è la contrazione dei muscoli antigravitari che si contrappongono all'azione di gravità che altrimenti causerebbe le flessioni delle articolazioni e la caduta del corpo"; nel 1980 B. Bricot, ricollegava l.eziopatogenesi dei para-dismorfismi dell'età infantile agli squilibri del sistema posturale. Attualmente le evidenze della clinica dimostrano che gli errori del sistema posturale automatico sono realmente alla base dei para-dismorfismi dell'età infantile.

Il corso consente un approccio neurofisiologico e prevede un'attività pratica onde consentire ai discenti di applicare i principi teorici (dal "sapere" al "saper fare" ); verranno studiati ed approfonditi il sistema tonico posturale, i suoi recettori periferici (piedi, occhi, denti, pelle) ed il loro ruolo nella genesi delle patologie muscolo-scheletriche.

Il corso è a numero chiuso ( minimo 20 - massimo 40 partecipanti ) e si rivolge a laureati in
Medicina e Chirurgia che intendano acquisire:

  • competenze teoriche e pratiche specifiche nella diagnosi e terapia posturale;
  • un metodo di lavoro che consenta un miglioramento continuo delle qualità delle proprie capacità, competenze e prestazioni cliniche nell'ambito della prevenzione;
  • sicurezza diagnostica e clinica specifica che consenta la costruzione di un team terapeutico con
  • altri professionisti (odontoiatri, ortopedici, fisiatri, fisioterapisti, oculisti etc).

DURATA - tre seminari per complessive 48 ore

SVOLGIMENTO - venerdì ore 14.18; sabato ore 9.13 e 14.18; domenica ore 9.13.

1° SEMINARIO 13 . 14 . 15 febbraio 2009, Napoli docente prof. B. BRICOT
2° SEMINARIO 20 . 21 . 22 marzo 2009, Napoli docente A:Fimiani-G.Parisi-M.Di Vincenzo
3° SEMINARIO 24 . 25 - 26 aprile 2009, Ischia docenti prof. A.Laino ñ A.Fimiani- M.Di Vincenzo

SEDE - I primi due seminari si terranno c/o il RAMADA hotel via Galileo Ferraris 40
Napoli; il 3 seminario si svolgerà ad Ischia presso il Continental Terme, nell'ambito del VIII
congresso di Pediatria e Neonatologia .

DOCENTI
Prof. Bernard Bricot, ortopedico, Marsiglia
Prof. Alberto Laino, odontoiatra, Napoli
Dott. Giuseppe Parisi, pediatra, Ischia
Dott. Antonio Fimiani, fisiatra, Ischia
Dott. Mauro Di Vincenzo, fisiatra, Bologna

Per informazioni, prenotazioni e iscrizioni: www.algasrl.com

EVOLUZIONE DELLE CONOSCENZE: LA POSTUROLOGIA



La Posturologia è una branca della medicina clinica, basata sull’anatomia, sulla neurologia e su quasi tutte le scienze di base, che studia gli aspetti fisiopatologici del sistema tonico posturale nel quale sono coinvolte non solo strutture del sistema nervoso centrale e periferico ma anche piedi, occhi, orecchio interno, denti, apparato masticatorio-fonatorio, cute, muscoli, articolazioni, naso e bocca.

Nel corso di migliaia di anni di evoluzione genetica dell’organismo umano, il Sistema Tonico Posturale ha gradualmente dato luogo nel nostro cervello ad una organizzazione di feed back per controllo automatico e/o volontario del nostro corpo e così consentirci di realizzare la “posizione eretta”. Era infatti necessario formare quei meccanismi sofisticati che controllano e coordinano la statica, i movimenti, l’equilibrio attraverso piccole oscillazioni che fanno colloquiare tra loro la centrale di comando con le singole stazioni periferiche di rilevamento e controllo dell’ambiente esterno.

Un tempo si dava un ruolo preponderante all’orecchio interno ed al sistema vestibolare. Oggi però si è appurato che questo da solo non ci permette di collocarci nello spazio e che il recettore più sensibile di tutti è paradossalmente la cute dei piedi, con i suoi recettori, primaria porta d’ingresso di stimoli in stretta correlazione con tutti gli altri centri dei vari organi ed apparati che regolano la postura.

Le strutture deputate ad inviare informazioni ai centri superiori sull’atteggiamento del corpo (piedi, occhio, cute, sistema audio-vestibolare periferico ecc.) si influenzano a vicenda, e cercano anche di rimediare ad alcuni loro deficit quali eteroforie e/o vizi di convergenza oculare o appoggio plantare errato.

A volte, soprattutto in fase iniziale, questi deficit sembrano essere compensati con adattamenti corporei (spalla più alta, rotazioni del bacino, atteggiamenti scoliotici,…) che però con il tempo stabilizzeranno tale ‘postura’ errata con conseguente comparsa di dimorfismi statici e sintomatologia dolorosa. Questo avviene anche per condizioni quali gamba corta, blocco della prima costa, disturbi della deglutizione, malocclusioni boccali fra i denti dell’arcata superiore e inferiore, mancanza di denti, contatti mancanti, abitudini viziate (spinta linguale anteriore o laterale, interposizione linguale anteriore o laterale, succhiamento labbro, chiusura forzata labbra, incontinenza labiale, contrattura mento, persistenza succhiotto, respirazione orale).

In un Sistema Tonico Posturale alterato compaiono quindi tutte le note problematiche della colonna e degli arti in genere, la scoliosi, i piedi valghi o piatti, i traumi articolari da errore nel controllo dei movimenti e disturbi meno noti quali malocclusioni, dislessia e difficoltà di apprendimento, maldestrezza, facilità di cadute, mal d’auto, mal di mare, acufeni, vertigini, cefalee, difficoltà alla guida notturna ecc. che complicano e condizionano notevolmente la vita quotidiana.

La conoscenza del sistema tonico-posturale, delle sue correlazioni anatomo fisiologiche e delle interrelazioni sistemiche, permette una visione eziologica dei meccanismi che presiedono alle varie patologie funzionali dando luogo ad una visione eziologica dei meccanismi che presiedono a molteplici patologie funzionali.
La Posturologia non è pertanto una disciplina a se stante ma una branca trasversale della medicina.

E il medico che se ne occupa deve cercare di riunire, nel corso della visita, in un unico ragionamento, concetti di neurologia, ortopedia, oculistica, otorinolaringoiatria, fisiatria..…, per avere un’idea complessiva della problematica patologica da affrontare e del percorso terapeutico da seguire. In tal modo si è organizzato un fondamentale incontro trans-disciplinare dove ricercatori, medici e specialisti nei vari campi hanno condiviso la loro esperienza. Si è così determinato un cambiamento importante a livello della diagnosi e soprattutto dei trattamenti che hanno poi trasmesso, in una interazione culturale, a colleghi ed ammalati sempre più interessati ad una visione globale dell’essere umano.

Per tale motivo la Posturologia grazie al contributo di numerosi ricercatori quali B. Bricot, P Caiazzo, J. Ceccaldi, PM Gagey, P. Stagnara, B. Autet, C. Roll, R. Bourdiol, A. Ceccaldi, A. Ferrante, L. Balercia, P. Balercia, Pompeiano ecc. è stata riconosciuta in campo internazionale ed è diventata anche in Italia materia di insegnamento.

Il successo di un incontro scientifico dipende dal sapere, dall’esperienza e dall’amore che i docenti invitati hanno per la materia che viene trattata e dall’entusiasmo che mettono nel comunicare e trasmettere l’esperienza della loro vita professionale. Nel caso del corso che si terrà a Napoli e ad Ischia il successo è garantito perché alcuni relatori fanno già parte della “storia della posturologia” e tutti hanno una lunga esperienza nell’ambito della comunicazione scientifica.

ARGOMENTI CORRELATI

Corso avanzato di posturologia pediatrica



lunedì 26 gennaio 2009

LA CULTURA DEGLI ITALIANI

In Italia il 5% degli adulti è del tutto analfabeta, il 33% semianalfabeta e un ulteriore 33% rischia di ripiombare in questa condizione.

Tirando le somme, trentadue milioni d’italiani hanno un’insufficiente competenza alfabetica e aritmetica funzionale.

foto : scuola di Don Milani
a Barbiana cc by pracucci

Mentre in Europa la media supera di poco il 50%, in Italia siamo sopra i 70 punti.

I due terzi della popolazione italiana non legge mai né un libro né un giornale mentre in molte zone del sud e nelle periferie delle grandi città il problema dell’abbandono scolastico è ancora a livelli molto alti. Un’antica tara che pesa ancora oggi è considerare cultura soltanto quella classica e letteraria. Invece è ovvio pensare che nella cultura esista anzitutto una componente scientifica, con accanto una componente tecnica che sostiene a sua volta le culture di tipo umanistico.

Che fare? Tullio De Mauro, questo giovedì 28 gennaio, stimolato dai dati di recenti indagini proposti da Massimiano Bucchi, analizzerà mezzo secolo di vita del nostro paese e descriverà le trasformazioni della ricerca, dell'insegnamento, dell'informazione, dell'idea stessa di cultura e di sapere.


GiovedìScienza - La cultura degli italiani
29 gennaio 2009 ore 17,45 - ingresso libero
Teatro Colosseo di Torino-Via Madama Cristina 71

Un esercito di insospettabili analfabeti
TULLIO DE MAURO
Professore emerito dell’Università La Sapienza, Roma
con la partecipazione di MASSIMIANO BUCCHI, Observa - Science in Society

Per chi non potrà partecipare ricordiamo la diretta internet alle 17,45 il giorno stesso della conferenza e la possibilità di vedere la conferenza dopo qualche giorno dalla data di programmazione su www.giovediscienza.org


TULLIO DE MAURO

Già ministro della Pubblica Istruzione, è professore emerito dell'Università La Sapienza. Laureato a Roma in Lettere classiche con Antonino Pagliaro e Mario Lucidi, inizia la sua carriera nel 1957 come assistente volontario di Filosofia del linguaggio, nel 1958-60 è assistente ordinario di Glottologia all’Istituto Orientale di Napoli, nel 1961-67 professore incaricato di Filosofia del linguaggio nella Facoltà di lettere dell’Università di Roma, nel 1967 diventa professore ordinario di linguistica generale dell’Università di Palermo.

Dal ‘74 al ‘96 è stato ordinario di Filosofia del linguaggio, dal 1996 al 2007 ordinario di linguistica generale alla Sapienza di Roma. È doctor honoris causa dell'Université de Louvain Catholique, dell'Ecole Normale Supérieure-ENS e della Waseda University di Tokyo.

È autore di molti volumi di ricerca e di divulgazione linguistica tradotti in diverse lingue. Rilevanti sono le sue ricerche sull’”italiano di base” e sulla leggibilità e comprensibilità dei testi. Ha collaborato e collabora a giornali e settimanali (Il Mondo, L’Espresso, Internazionale, l’Unità, La Repubblica, Il Sole 24 ore). Nel 2006 l'Accademia Nazionale dei Lincei gli ha assegnato per l'insieme delle sue attività di ricerca e studio il Premio della Presidenza della Repubblica.

giovedì 22 gennaio 2009

UN COMPUTER NELLO ZAINETTO


Grazie al blog di Annarita Ruberto, veniamo a conoscenza che a pochi passi dalla redazione di Gravità Zero (precisamente nella cittadina di Rivoli della cintura torinese) è attiva una classe che utilizza in sperimentazione didattica un computer low cost per ogni studente.

Siccome ci pare un elemento significativo nella evoluzione del concetto di apprendimento (se ne parla qui e qui) lasciamo a voi commentare questa iniziativa fortemente innovativa in Italia, considerando che negli Stati Uniti l’istruzione online è una realtà già attiva e in continua evoluzione.

Secondo i dati riportati dal New York Times [vedi] sarebbero infatti oltre mezzo milione i giovani studenti di scuole elementari, medie e superiori che seguono le lezioni addirittura dal monitor casalingo invece che dai tradizionali banchi scolastici.





Altra cosa che intendo sottolineare è che l'iniziativa parte da un gruppo di insegnanti molto competenti e impegnati nella divulgazione e nell'uso dei nuovi media tra cui Paola Limone e Marina Sardone, Marco Guastavigna, e Dario Zucchini.

Sui jumpc del progetto “Un computer per ogni studente” è stata caricata dai ragazzi dell'Istituto Majorana di Grugliasco la whitelist che permette nella navigazione l'utilizzo del portale per bambini "Siete pronti a navigare?" .

Più di 20.000 pagine viste al mese, centinaia di risorse per la didattica. La grande rete di relazioni intessuta in questi anni con docenti e responsabili di siti educativi di tutto il mondo ha permesso di arricchire lo spazio dedicato ai minori con le migliori esperienze in rete, attentamente selezionate e catalogate per aree d'interesse e discipline scolastiche.

La whitelist e la competenza del prof Dario Zucchini del Majorana consentono sui jumpc anche l'utilizzo del motore di ricerca per bambini nato dall’idea del maestro Alberto Piccini in collaborazione con Lidia Pantaleo, Annarita Ruberto, Renato Murelli e Paola Limone.

Si chiama Ricerche Maestre, prodotto grazie tecnologia di Google che consente di creare motori di ricerca personalizzati (Google Co-op CSE). - Approfondimenti qui

La Stampa di Torino collabora con il gruppo di lavoro regionale per la lettura in classe del quotidiano e per la promozione e diffusione del progetto attraverso un Blog


mercoledì 21 gennaio 2009

SALVIAMO LA BELLEZZA DELL'UOMO DALLA LEBBRA


56a Giornata mondiale dei malati di lebbra

L'AIFO si appresta a celebrare, il prossimo 25 gennaio 2009, la 56a Giornata mondiale dei malati di lebbra. Sono 254.525 i nuovi casi di lebbra registrati nel mondo nel 2007, pari a circa 700 casi al giorno. Attualmente circa 10 milioni di persone hanno la vita segnata dalla malattia, benché da essa si possa guarire.

La giornata mondiale dei malati di lebbra è un appuntamento internazionale, istituito da Raoul Follereau nel 1954 e riconosciuto ufficialmente dall'ONU. La giornata gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica italiana, a testimonianza del suo rilievo internazionale e dell’attualità dei problemi che essa pone all’attenzione della società. Anche il Papa ha pronunciato negli scorsi anni, in occasione della Giornata Mondiale, parole di solidarietà e di sostegno verso i malati di lebbra di tutto il mondo, esprimendo l’auspicio che la malattia sia definitivamente sconfitta e rivolgendo un saluto personale all'AIFO. I più importanti mezzi di informazione italiani danno rilievo alla Giornata mondiale come evento che dà voce agli Ultimi. L'importanza dell'evento è quest'anno sottolineata dalla concessione del Patrocinio da parte del Segretariato Sociale RAI.

La ricorrenza assume quest'anno un valore ancora più elevato alla luce dell'importante Dichiarazione dell'UNHRC, approvata il 18 giugno 2008, con la quale si riconoscono ufficialmente a livello internazionale i diritti umani dei malati di lebbra e dei loro familiari e si sollecitano gli Stati ad intraprendere le dovute iniziative atte a tutelarli e promuoverli.

La giornata rientra nell’ampia campagna internazionale contro la diffusione della lebbra che si prefigge di:

* informare sulla curabilità della malattia, sì da toglierle l’alone di paura che ancora l’accompagna e che causa l’emarginazione dei malati;

* favorire la riabilitazione delle persone guarite, in modo che possano reinserirsi attivamente nella società;

* sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza delle donazioni, al fine di poter offrire cure tempestive che evitino danni irreversibili.

* coinvolgere la società civile nei confronti dei problemi relativi allo sviluppo socio-sanitario dei Paesi a basso reddito.

In occasione della Giornata mondiale dei malati di lebbra, il 25 gennaio oltre 4000 volontari dell’AIFO distribuiranno nelle piazze italiane il “Miele della Solidarietà”, vasetti di miele proveniente dai circuiti del Commercio Equo e Solidale, in collaborazione con Agesci e Commercio Alternativo.

La 56a Giornata mondiale dei malati di lebbra sarà in particolare dedicata al'India, il paese che registra il più alto numero di nuovi casi ogni anno.

(fonte: comunciato stampa AIFO)

lunedì 12 gennaio 2009

IL CASO E LA STATISTICA: MATEMATICA E OMICIDI

Il "caso" – del 1996 – è quello di Kristen Gilbert, trentatreenne, infermiera nel reparto “C” del Veteran’s Affaire Medical Center di Northampton, nel Massachusetts (U.S.A.).

Il caso è – forse – anche il “soggetto” al quale attribuire un elevato numero di morti sospette nel reparto “C”, durante i turni di lavoro di Gilbert.

La Statistica è la scienza (dell’incertezza) che può aiutarci a capire se un determinato fenomeno – ad es. morti di infarto – sia effettivamente frutto del caso.

Lo spunto per questo articolo deriva dalla serie TV "Numbers", nella quale un detective risolve i crimini grazie all’aiuto di un matematico, e dal libro "Il matematico e il detective" di Keith Devlin e Gary Lorden, nel quale si abbandonano le necessarie licenze poetiche del film per spiegare come i numeri possono risolvere un caso poliziesco.

L’obiettivo dell’autore di questo articolo è partire dai dati presentati nel testo citato, per giungere naturalmente ad una conclusione, ma entrando nello specifico della tecnica statistica chiamata test chi-quadro.

In questo modo si intende consentire a tutti di vederci chiaro nella nebbia che sempre avvolge i fenomeni casuali.

Esistono numerose tecniche statistiche, non tutte – però – applicabili in qualunque circostanza. Il nostro caso è caratterizzato essenzialmente da due variabili qualitative:

  • la presenza di Kristen Gilbert, in quanto ci interessa sapere se essa sia in grado di influenzare il numero di morti. Tale variabile può essere definita “Gilbert presente”: essa può assumere soltanto due modalità, o no;
  • se i pazienti muoiono oppure vivono, in quanto si tratta di una possibile conseguenza della presenza o assenza di K. Gilbert. Tale nuova variabile può essere definita “morti durante il turno” e può assumere – anch’essa – soltanto due modalità: sì o no.
Fra due variabili qualitative (cioè espresse con parole – sì, no – e non con numeri, altrimenti di chiamerebbero “quantitative”) è possibile studiare la connessione. In sostanza possiamo affermare che due variabili sono indipendenti se non esiste alcuna relazione tra di esse. Se due variabili qualitative non sono indipendenti (cioè sono dipendenti) allora sono connesse (in altri termini, fra di esse, sussiste un legame).

I dati di cui disponiamo sono riepilogati in una tabella delle frequenze osservate, riferita ad un periodo di 18 mesi, fino a febbraio 1996, quando la Gilbert si assentò dal lavoro per malattia.



Frequenza significa semplicemente quante volte si ripete una determinata modalità di una certa variabile.

Ad es. 40, che è una “frequenza congiunta” (in quanto si riferisce contemporaneamente a due modalità provenienti da due modalità differenti) ha questo significato: durante i turni di lavoro della Gilbert sono morte 40 persone. Ma ne sono sopravvissute 217. Ed in totale – quindi – durante i turni di K. Gilbert sono “passati” 257 pazienti (= 40 + 217).

Il numero complessivo dei pazienti è 1641, suddivisi fra 257 passati sotto Gilbert e 1384 passati sotto le mani di altre infermiere. Su 1641 pazienti è stato osservato (da qui il termine “frequenze osservate”) un numero di morti pari a 74, cioè circa il 4,51% [= (74 / 1641) x 100. Risultato arrotondato]. Se applichiamo questa percentuale di normalità ai 257 pazienti curati durante i turni della Gilbert, otteniamo 12 morti [= 257 x (4,51 / 100). Risultato arrotondato; il risultato effettivo è 11,59]. Come mai i morti sono stati 40 ? Come si spiegano i 28 morti in più?

Procediamo con l’elaborazione della tabella delle frequenze attese in caso di indipendenza, vale a dire determiniamo – per ciascuna frequenza osservata – la corrispondente frequenza che si sarebbe dovuta verificare se le due variabili in oggetto fossero state indipendenti.





Per ottenere una frequenza attesa è sufficiente eseguire il seguente calcolo:
[(totale di riga x totale di colonna):totale generale].

Ad es. (257 x 74) : 1641 = 11,59. Ciò conferma che, se non ci fosse alcuna relazione fra la presenza in turno della Gilbert e il numero di morti, i morti dovrebbero essere circa 12 e non 40.
Basta che soltanto una frequenza attesa sia diversa dalla corrispondente frequenza osservata, per affermare che esiste un certo grado di dipendenza fra le due variabili (nel nostro caso tutte le frequenze attese differiscono dalle corrispondenti osservate), ma il punto è: quanto deve essere grande la dipendenza per accusare la Gilbert ? Posto che l’Universo è nato dal Big Bang, allora tutti i soggetti, gli oggetti e i fenomeni sono in qualche misura fra loro collegati. Dunque, occorre cercare una forte dipendenza.

Calcoliamo allora l’indice di contingenza chi-quadro di Pearson, come somma di tutte le differenze (al quadrato, per eliminare i segni algebrici negativi) fra le frequenze osservate e quelle attese.



Quanto più è grande il valore dell’indice, tanto più è rilevante la distanza fra frequenze osservate e frequenze attese, cioè tanto più è forte la dipendenza fra le due variabili.

Purtroppo – giunti a questo punto – il nostro ragionamento non può essere conclusivo, in quanto – in realtà – i nostri dati sono campionari. Nel senso che dipendono dal campione estratto. Se provassimo ad estrarre un altro campione potremmo benissimo ottenere numeri diversi. Ad es. se nei 18 mesi presi in esame fossero passati in quell’ospedale degli altri pazienti, diversi dai 1641 schedati, quali sarebbero le nostre conclusioni ? Potremmo ancora affermare che le morti sospette non sono frutto del caso?

Esiste una tecnica statistica che serve per cautelarsi da problemi di questo tipo. Si tratta di un procedimento che ci consente di estendere i risultati ottenuti dal campione alla popolazione di riferimento, naturalmente non con assoluta certezza, ma con un ragionevole grado di fiducia. La tecnica in questione si chiama test chi-qudro e prevede innanzitutto la definizione di due ipotesi:

  • ipotesi nulla H0 : le due variabili sono indipendenti;
  • ipotesi alternativa o di ricerca H1 : le due variabili sono dipendenti.

L’ipotesi di ricerca è quella che spinge appunto il ricercatore ad effettuare tutta una serie di elaborazioni statistiche: proprio perché egli è intimamente convinto che esista un qualche tipo di legame fra le due variabili. L’ipotesi nulla è invece quella che “annulla” la convinzione del ricercatore, che statuisce quindi che non esiste alcun legame (fra le due variabili) dotato di significatività statistica.

Il passo successivo consiste nello stabilire a priori quanto il ricercatore intenda rischiare: possiamo ipotizzare il 5%, poiché è un grado di rischio ragionevolmente piccolo.
A questo punto il gioco è fatto: è sufficiente confrontare il valore del chi-quadro calcolato, pari ad 86,47, con il valore del chi-quadro tabulato, cioè riportato su apposite tavole statistiche (che si trovano in appendice a quasi tutti i testi di statistica). Il valore tabulato dipende da due elementi:
  • il grado di rischio (5%);
  • il numero dei gradi di libertà, che si ottiene moltiplicando il numero di righe della nostra tabella meno 1 per il numero delle colonne, sempre meno 1. Dato che la nostra tabella è una 2 x 2 (cioè due righe per due colonne), i gradi di libertà saranno pari ad 1 (= 1 x 1).
Tale valore è pari a 3,84. Se il chi-quadro fosse inferiore a tale soglia, si dovrebbe accettare l’ipotesi nulla, se è invece superiore occorre rifiutare l’ipotesi nulla e di conseguenza accettare l’ipotesi alternativa. Quest’ultimo è proprio il nostro caso, in quanto risulta 86,47 > 3,84. Con la fiducia del 95% (cioè il complemento del grado di rischio, fissato arbitrariamente nella misura del 5%) accettiamo quindi che esista un legame di dipendenza (statisticamente significativo) fra le due variabili. In particolare, su 100 campioni estratti 95 danno evidenza del legame di dipendenza.

Purtroppo la tecnica applicata non è in grado di stabilire quale sia la direzione del legame causa – effetto e dunque non basta per accusare la Gilbert. La quale fu condannata all’ergastolo sulla base di prove più dirette.

Nonostante ciò questo mio lavoro (che riproduce quello che venne fatto durante il processo) è utile per capire quanto la statistica serva a trasformare i dati in informazioni e a fornire quindi un buon supporto a chiunque debba prendere decisioni.

Walter Caputo

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