Internet diventa interplanetaria con un accordo Nasa-Google che rende possibili collegamenti al di fuori dell'atmosfera terrestre, direttamente nello spazio.
L'obiettivo è di rendere possibile la comunicazione tra navicelle, sonde e stazione spaziale internazionale o con astronauti in viaggio senza l'intervento di un centro di controllo.
La rivoluzione è stata inaugurata con un test che ha inviato immagini di Marte e della sua luna Phobos alla sonda Epoxi in viaggio verso la cometa Hartley-2 che incontrerà fra due anni.
Adesso la sonda è a 32 milioni di chilometri dalla Terra. Da qui sono tornate indietro senza difficoltà in maniera automatica grazie ad un nuovo protocollo chiamato "Disruption (o Delay) Tolerant Networking" (DTN).
Rappresentazione artistica
Image credit: NASA/JPL
Ci sono voluti 10 anni di lavoro congiunto Nasa-Google perchè il nuovo software diventasse operativo. Per il momento i nodi sono dieci: uno era la sonda in viaggio e gli altri nove erano simulati a terra. Il sistema intende rendere più efficaci e flessibili le operazioni di comunicazione interplanetarie.
Fonte: NASA L'obiettivo è di rendere possibile la comunicazione tra navicelle, sonde e stazione spaziale internazionale o con astronauti in viaggio senza l'intervento di un centro di controllo.
La rivoluzione è stata inaugurata con un test che ha inviato immagini di Marte e della sua luna Phobos alla sonda Epoxi in viaggio verso la cometa Hartley-2 che incontrerà fra due anni.
Adesso la sonda è a 32 milioni di chilometri dalla Terra. Da qui sono tornate indietro senza difficoltà in maniera automatica grazie ad un nuovo protocollo chiamato "Disruption (o Delay) Tolerant Networking" (DTN).
Rappresentazione artistica
Image credit: NASA/JPL
Ci sono voluti 10 anni di lavoro congiunto Nasa-Google perchè il nuovo software diventasse operativo. Per il momento i nodi sono dieci: uno era la sonda in viaggio e gli altri nove erano simulati a terra. Il sistema intende rendere più efficaci e flessibili le operazioni di comunicazione interplanetarie.
Articolo tratto da Gravità Zero
Blog di Divulgazione Scientifica
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