La salute degli italiani è decisamente buona come mostrano le aspettative di una lunga vita e le prospettive sarebbero ancora migliori se venissero promossi comportamenti e stili di vita adeguati soprattutto per quanto riguarda l'attività sportiva, considerata una vera e propria medicina, l'alimentazione, il fumo e l'abuso di alcol.
Al Convegno nazionale su “Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia (PASSI): dalla lettura dei dati alla programmazione sanitaria" organizzato dal CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie) del Ministero e dal CNESPS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) dell'Istituto Superiore di Sanità, è stata presentata la sintesi del Rapporto nazionale “PASSI 2007” con gli interventi preventivi messi in campo dalle Aziende Sanitarie Locali e dalle Regioni.
L'evento ha rappresentato un'occasione di riflessione sulle informazioni raccolte per la programmazione in sanità pubblica attraverso il contributo delle esperienze regionali e aziendali e il confronto con i partner istituzionali e i portatori di interesse.
Dalle interviste telefoniche di 20.000 persone effettuate da operatori sanitari tramite un questionario standardizzato su un campione di popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni nel corso del 2007 è emerso il dato confortante che il 65% ritenere buono o molto buono il proprio stato di salute.
Continua inoltre a diffondersi e si consolida nei cittadini la cultura della salute, insieme alla consapevolezza del legame tra benessere e stili di vita e comportamenti preventivi. Come brutto rovescio di una così bella medaglia è però risultato che il 32% delle persone è in sovrappeso, 31% si è dichiarato fumatore, il 28% è completamente sedentario, il 16% ha abitudini di consumo di alcol considerate a rischio e l'11% è obeso.
Da quanto ora riportato appare evidente che adeguati interventi su comportamenti e stili di vita possono dare risultati brillanti soprattutto se messi in atto in un periodo particolarmente sensibile della vita dell’uomo e soprattutto delicata rispetto agli esiti di salute psico-fisica e di vita future quale quello dell’età evolutiva.
Soprattutto in tale epoca la “dieta mediterranea” proposta negli anni 1950 dal Dottor Keys che dal freddo Minnesota si è trasferito con la moglie nella sua seconda casa nell’Italia meridionale nel piccolo e bellissimo borgo marino di Pioppi del Comune di Pollica nel Cilento, in Provincia di Salerno, dove è vissuto per circa quaranta anni, è di fondamentale importanza.
Dall'ultima recente indagine su "Abitudini e stili di vita degli adolescenti", che viene condotta da oltre 10 anni dalla Società italiana di pediatria su un campione di 1200 studenti delle scuole medie inferiori, di età compresa tra 12 e 14 anni è invece emerso, come elemento più allarmante un ulteriore aumento del consumo di fumo, alcol e droga. Tale fenomeno in costante crescita da molti anni, evidenzia incrementi significativi dato che nel 2008, il 30,2% ha ammesso di aver fumato almeno una volta una sigaretta, contro il 23,6% del 2007, il 10% ha ammesso di essersi ubriacato, rispetto al 9% e che il 6,4% ha fumato cannabis, contro il 4,2%.
Rilevante è inoltre risultato l'accesso e l'uso delle tecnologie di comunicazione. Fino al 2000 quasi tutti avevano sentito parlate di Internet, ma solo il 37% aveva un personal computer a casa e meno del 25% aveva navigato almeno una volta sul web. Nel 2008, il 42,4% (45% delle femmine contro il 41% dei maschi) utilizza quotidianamente Internet e solo il 12% non si collega mai in Internet. Inizialmente su internet si cercavano informazioni e approfondimenti per la scuola, oggi ci si collega in rete per scarico di musica/video (76,4%), messenger (75,9%), chat (69,9%), e, soprattutto, viene utilizzato YouTube (76,5%). I comportamenti a rischio dichiarati sono: il 39% richieste da sconosciuti, in chat o in messenger, del numero di telefono e il 13,3% lo ha dato. Inoltre, in percentuali variabili, sono stati richiesti incontri, foto e uso di web cam: una parte di questi giovani ha aderito a tali richieste.
Il Presidente della Società Italiana di Pediatria Dr Pasquale Di Pietro ha pertanto sostenuto la “necessità di un intervento tempestivo e congiunto di famiglia, scuola, pediatri e Istituzioni che deve comprendere: la realizzazione di campagne istituzionali, specificatamente rivolte agli adolescenti, di sensibilizzazione e informazione sui rischi derivanti dal fumo, dal consumo di alcol e dall'assunzione di sostanze (così come sono state realizzate in altre nazioni); una azione capillare, dello stesso tenore, da parte della scuola; un controllo maggiore esercitato dai genitori che spesso (specie per quanto riguarda il fumo) sono più tolleranti del dovuto; un ruolo più incisivo dei pediatri di sostegno e indirizzo alla famiglia per prevenire o intervenire sul fenomeno".
Uguale impegno deve essere posto nel ridurre l'overdose televisiva che condiziona, in peggio, tutti i comportamenti degli adolescenti: da quelli alimentari a quelli sociali. Il tempo in eccesso passato davanti alla TV (più di tre ore al giorno), con i messaggi e i modelli veicolati, favoriscono una ridotta attività fisica e sportiva, una minore socializzazione, minori stimoli culturali, meno dialogo e tempo trascorso con i genitori: stili di vita.
Più positivi sembra invece essere alcuni aspetti relativi alla alimentazione: frutta e latte sono gli spuntini scelti da almeno il 50% del campione, bibite gasate e merendine ricche di grassi saturi e di grassi trans, rimangono una percentuale minoritaria.
Nessun commento:
Posta un commento