Lo studio pubblicato sul JOURNAL of NEUROSCIENCE
Si chiama NoGoA, è la molecola che con i suoi segnali garantisce
la stabilità della struttura sistema nervoso, impedendone però allo
stesso tempo la plasticità, cioè la capacità del cervello di
adattarsi e ripararsi in seguito a un danno (o la crescita di
connessioni non funzionali, che possono disturbare funzioni già
sviluppate). Oggi si scopre che gli stessi segnali limitano anche la
produzione di nuovi neuroni da parte delle cellule staminali neurali del
cervello adulto.
Lo svela una ricerca condotta nei laboratori del Nico - Neuroscience Institute Cavalieri-Ottolenghi - e pubblicata sul prestigioso Journal of Neuroscience.
La firma è di un gruppo di ricercatori del Nico e del Dipartimento di
Neuroscienze dell’Università di Torino, guidati da Annalisa Buffo, in
collaborazione con i colleghi del Brain Research Institute di Zurigo
(Università di Zurigo).
Questo studio, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, ha
importanti implicazioni per la fisiologia del sistema nervoso adulto e
la biologia delle cellule staminali adulte. Inoltre, può aprire nuovi
approcci terapeutici nelle patologie in cui l’attività delle staminali
può essere stimolata per sostituire popolazioni locali perdute, ad
esempio nelle malattie neurodegerative, o nei tumori cerebrali col fine
di limitare l’espansione e la proliferazione di cellule malate. La
strategia di cura o di ‘riparazione’ consisterà - a seconda delle
patologie - nell’inibire (sostituendoli) o potenziare gli stessi
inibitori (per limitare in questo caso la proliferazione delle cellule
malate), permettendo così al cervello di rimodellarsi.
Il sistema nervoso adulto tende a limitare il cambiamento. Per questo è
ricco di recettori che lavorano per mantenere stabile la sua struttura
consolidata, limitando allo stesso tempo anche la plasticità. Questi
segnali sono forniti dalla molecola NoGoA, scoperta originariamente come
proteina della mielina che blocca la ricrescita delle fibre nervose
dopo un danno, e dal suo recettore NgR.
NoGoA è in realtà anche espresso dai nuovi neuroni prodotti in zone
discrete del cervello adulto dei mammiferi. Il recettore che lo
riconosce è invece presente nelle cellule staminali neurali. NoGoA nei
neuroblasti inibisce la proliferazione della cellula staminale e la
conseguente produzione di nuovi neuroni secondo un meccanismo a
retroazione negativa. In maniera indipendente dal recettore, inoltre,
NoGoA nei neuroblasti ne stimola la migrazione verso il territorio di
destinazione, permettendo quindi l’interruzione della retroazione
negativa e l’avvio di un nuovo ciclo neurogenico da parte delle
staminali.
NogoA, scoperto negli anni Ottanta da Martin Schwab dell’Università di Zurigo, viene studiato soprattutto nelle lesioni del midollo spinale. Al momento anticorpi anti-NoGo e farmaci contro il recettore sono sperimentati in trial clinici (fase 2) in soggetti con lesioni spinali traumatiche.
Spesso si dimentica che la strada per trovare una terapia per le
patologie neuro-degenerative più conosciute (SLA, Alzheimer, sclerosi
multipla) - così come quella per altre malattie, anche genetiche, o lesioni del sistema nervoso - parte e passa inevitabilmente dalla ricerca di base.
Per questo la ricerca al NICO indaga sia la struttura e la funzione
normale del sistema nervoso, sia i processi patologici e degenerativi e i
meccanismi di rigenerazione e riparazione delle cellule cerebrali.
Ufficio stampa NICO
Barbara Magnani
cell. 339 3096245
magnanibarbara@gmail.com
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magnanibarbara@gmail.com
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