mercoledì 10 settembre 2014

L’ALZHEIMER PUÒ ESSERE RALLENTATO: LO DICE UNA RICERCA ITALIANA

Chiarito uno dei meccanismi che impedendo alle cellule del cervello di ‘ripulirsi’ favorisce lo sviluppo dell’Alzheimer, la più comune patologia legata all’invecchiamento.
L’accumulo nel tessuto cerebrale di peptidi di β amiloide (Aβ), i principali componenti delle placche senili, è una delle cause principali della malattia.

Alcune componenti del team di ricerca NICO - Università di Torino. 
Da sinistra: Debora Monteleone e le due autrici principali 
Elena Tamagno e Michela Guglielmotto

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Autophagy, è nato nei laboratori del NICO l’Istituto di Neuroscienze della Fondazione Cavalieri Ottolenghi - Università di Torino con sede a Orbassano, ma è frutto di una collaborazione a livello nazionale e internazionale. Hanno infatti partecipato - oltre al Dipartimento di Scienze Biologiche e Cliniche dell’Università di Torino - ricercatori dell’Università di Catania, Genova, Losanna e della Columbia University di New York.

Elena Tamagno e Michela Guglielmotto del gruppo di ricerca guidato dal direttore dell’istituto, il prof. Alessandro Vercelli - hanno individuato la relazione che lega la presenza di questa molecola ai principali meccanismi di morte e ricambio cellulare, entrambi responsabili della neurodegenerazione e dello sviluppo della malattia.

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